Altamente connessi e qualitativamente comunicativi

Tutti pensano di saper comunicare e che l’unica difficoltà sia data dal saper gestire i diversi e sempre più numerosi strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione. Da quando studio Teorie della comunicazione mi sono resa conto che molto spesso diamo per scontata la nostra abilità nel capire gli altri e nel farci capire da loro. Comunicare è naturale, è vero, in qualsiasi forma lo si faccia, anche con il silenzio o la chiusura in noi stessi, ma comunicare non significa solo trasmettere dei contenuti, significa condividere, aprirsi l’uno all’altro in modo da creare comunione. Senza dubbio il connotato più alto di questa comunicazione “trasparente” è l‘empatia che si attiva nel dialogo come discorso comune che mette in relazione soggetti determinati con il proprio sé, la propria storia, la propria singolarità. E tutto questo va difeso ancora più strenuamente oggi, che siamo quasi sommersi dal rumore di fondo di una comunicazione vuota e superficilale, quando non è pericolosa e nociva. Oggi che le possibilità di confronto con gli altri e di crescita personale sono potenzialmente infinite, oggi che abbiamo veramente la possibilità di ampliare la nostra mente e di conoscere più di quanto avremmo mai immaginato di fare.

Stephen Downes ci aiuta a capire in che modo trasformare il nostro semplice stare online, in un’attività costruttiva per noi stessi e per gli altri. Attraverso 7 abitudini che dobbiamo adottare per essere altamente connessi:

• sii reattivo: è importante ascoltare e fare in modo che i nostri punti di vista siano connessi con il resto del mondo. Questo significa farsi un’idea del territorio in cui ci si trova e tracciare un legame tra i contenuti degli altri e il nostro.

• Segui il flusso: ognuno ha propri obiettivi e principi che guidano la sua esperienza in rete, ma è molto più utile metterli a servizio delle esigenze del momento per poter fornire un valore aggiunto alla discussione o allo sviluppo di un dato argomento.

• La cosa più importante è essere connessi: spesso non abbiamo tempo per curare i nostri contatti, ma è importante imparare a farlo per non farci tiranneggiare dal tempo e per rifondare le nostre priorità.

• Condividi: offrire ciò che abbiamo da dire senza preoccuparsi di ciò che si può ottenere in cambio. Se condividiamo con gli altri, gli altri saranno più disposti a condividere con noi.

• RTFM: (Read the Fine Manual): leggi i manuali, cioè fare lo sforzo di imparare da sé prima di cercare istruzioni da altri.

• Coopera: contribuire, ognuno con la propria parte, le proprie finalità e obiettivi, a tessere la rete e a lasciare la propria impronta, attraverso l’uso di protocolli che esistono in ogni aspetto della comunicazione online, dalle tecnologie che collegano i software, ai modi in cui le persone parlano le une con le altre.

• Sii te stesso: l’unico modo per permettere alle persone di capirci è consentire loro di simpatizzare con noi, di arrivare non a conoscerci, ma a sentire empatia nei nostri confronti. La comprensione ha a che fare con le emozioni tanto quanto la conoscenza.

Internet è di fatto una società virtuale formata da persone in carne ed ossa, con un volto ed una propria personalità, ma la distanza a cui sono posti i soggetti rende talvolta difficile interpretare la comunicazione in modo corretto. Mancando totalmente un contatto umano, l’interazione e la comprensione si basa, nella maggior parte dei casi, esclusivamente su espressioni scritte. Nel caso dei blog, in particolare, la comunicazione diventa ancora più delicata in quanto strumento estremamente personale. È quindi necessario applicare particolari cautele sia da parte dell’autore, che non vuole essere frainteso, sia da parte di chi decide di interagire con esso, che non deve dare l’impressione di essere poco rispettoso.

Per questo provo a proporre alcune mie abitudini maturate sia nel corso dei miei studi che nella mia esperienza di blogger (nonchè visitatrice di blog):

• rendersi sempre bene conto di dove siamo: prima di prendere parte ad una discussione è sempre bene esplorare il blog del “padrone di casa”, così da utilizzare il tono più adatto (scherzoso, serio, ironico…) e le giuste argomentazioni (per non andare fuori tema o reintrodurre temi già affrontati).

• rispetto: reciproco per autori e commentatori. Ritengo sia importante essere discreti soprattutto quando ci addentriamo in post che riguardano esperienze personali che in quanto tali fanno riferimento alla sensibilità della persona, ambito nel quale è necessario ammettere la nostra ignoranza! D’altro canto ogni autore dovrà essere umile e avere cura di ogni osservazione che possa arricchire il suo intervento ed il suo punto di vista, senza dover necessariamente cambiare le proprie idee.

• Non porsi come maestri di vita: è ben accetto ogni tipo di intervento che riguardi esperienze personali, riflessioni, punti di vista argomentazioni e precisazioni anche tecniche e specifiche, ma non l’ostentare una saggezza superiore.

• essere diretti: se vogliamo essere informativi dobbiamo rimanere il più possibile aderenti ai fatti ed essere aggiornati; se si vuole offrire un’opinione dobbiamo dirlo chiaramente, perchè quel che non si ha il coraggio di dire si intuisce ed è sempre peggio della verità!

• ignorare i provocatori, quelli che vengono chiamati “trolls”. Queste persone irritanti che lasciano solo commenti offensivi o volutamente superficiali, non hanno niente da aggiungere ad una conversazione civile. Devo ammettere che spesso la tentazione di rispondere per le rime è forte, troppo forte per resistere, anche perché si ha l’impressione di essere in errore noi stessi a censurare questo tipo di commenti, come se non fossimo in grado di difendere noi stessi e il nostro punto di vista. Il rischio è che questi individui prendano il sopravvento sulla discussione, spostando su di loro il centro del discorso.

E detto questo, buona navigazione!

Giada